L’ANTICA SEDE DEL MUSEO IN VIA BALBI 4

In questa sezione vi è una descrizione dell’allestimento nella precedente sede del museo

Nella Prima Sala dell’esposizione vi erano le vetrine riservate alla medicina Ayurveda.

In India, accanto alla medicina occidentale, vengono impartiti insegnamenti dedicati all’Ayurveda, all’Unani (soprattutto per i giovani musulmani) e alla Siddha (che nelle terapie ricorre a piante medicinali locali e alla iatrochimica). 

In molti paesi orientali la tradizione medica viene trasmessa attraverso libri scritti su foglie di palma. A Bali la palma utilizzata per tale scopo è la lontar e con questo nome vengono designati i manoscritti consultati dai balian wisada o esada.  

I ripiani inferiori delle vetrine sono dedicati alla meloterapia. La drummologia comprende lo studio e l’utilizzazione dei testi dei tamburi parlanti africani come fonti di documentazione per approfondire le conoscenze di culture a tradizione orale. L’insegnamento di questa materia è sorto per iniziativa del Dipartimento di Etno-Sociologia dell’Università di Abidjan in Costa d’Avorio.

L’etnomedicina e l’aldilà costituisce l’argomento tematico della vetrina 5. Il mistero della morte investe i vivi tanto da influenzarne l’origine delle malattie, la diagnosi, la terapia, la profilassi. Sono esposti preziosi oggetti inerenti i riti funebri di alcune popolazioni della Cina, Filippine, Bali, Guinea Bissau, Singapore, Egitto, ecc.

Altro tema di grande interesse e attualità è contemplato nella vetrina: Etnogerontologia e Etnogeriatria. Numerosi sono gli ipotetici elisir di lunga vita nelle medicine tradizionali. Troviamo in questa vetrina una serie di modellini di animali e vegetali simboli dell’immortalità presso diverse culture 

Tra gli argomenti trattati nei quadri sulle pareti di questa sala, di particolare interesse sono le acque sacre del Gange e la cremazione dei cadaveri.

Nella Seconda Sala, attraverso tre pannelli, si voleva richiamare l’attenzione specialmente sull’etnofarmacognosia e quindi sulla ricerca sperimentale dalla quale, come si è già verificato, la scienza medica si attende la scoperta di nuovi farmaci ed efficaci procedimenti terapeutici.

Un pannello è dedicato a uno Studio inchiesta su pratiche e farmaci depigmentanti in uso presso popolazioni melanoderme. Vengono elencate le sostanze depigmentanti di più diffuso impiego: soprattutto sali di mercurio, idrochinone, cortisoidi. A seguito delle indagini condotte da A. Scarpa e A. Guerci sono evidenziati i gravi pericoli derivanti da queste pratiche.

Uso terapeutico della pianta del Ricino. In numerose località dei cinque continenti sono stati ricercati i differenti usi medicinali del fitofarmaco in oggetto.  Ne è stata dimostrata l’ampia diffusione (sempre da A. Scarpa e A. Guerci), anche in riferimento alle varie specialità della medicina.

La vetrina 7 è dedicata all’uso medico di numerosi prodotti d’origine vegetale, animale e minerale. Inoltre viene affrontato il capitolo della geofagìa.

Gli ex voto anatomici occupano la vetrina 8; ve ne sono in legno del Brasile e della Sardegna, metallici dello Sri Lanka, del Messico, Guatemala e Colombia, in cera del Brasile. 

Ancora in questa Sala un erbario dell’Armur con 9 piante medicinali identificate e un erbario delle isole Sulu.

Nella Terza sala erano disposte cinque Vetrine. La 9 e la 10 riguardavano la medicina tradizionale cinese.

Anche alcuni elementi delle medicine tradizionali tibetano-mongoliche, della Thailandia, delle Filippine, della Malesia e del Giappone trovano spazio di trattazione nelle vetrine 11, 12 e 13.

Nel “paese delle piante medicinali”, come viene chiamato il Tibet, si connota una medicina popolare (in cui predomina lo sciamanismo) e una monastica, poiché quasi tutti i monasteri lamaisti sono anche centri di studi medici con ospedali, farmacie e biblioteche.

Nelle Filippine i chirurghi-guaritori utilizzano una delle pratiche terapeutiche più antiche e diffuse in medicina tradizionale: l’”estrazione dei corpi estranei”, ritenuti causa di malattia. 

La medicina tradizionale del Giappone deriva da quella cinese, i cui primi apporti risalgono al 600 d.C., successivamente codificata grazie a contributi autonomi: essa veniva esercitata prevalentemente dai bonzi-medici.

Medicina tradizionale e bombe atomiche.  Anche nei colpiti da bombe atomiche di Hiroshima e Nagasaki la medicina tradizionale giapponese ha svolto un ruolo non trascurabile, messo in evidenza da Antonio Scarpa nel 1972.

Parte della vetrina 13 è dedicata tematicamente alle Abitazioni e architetture nel mondo. Le dimore tradizionali obbediscono a precise regole che sono dettate dal trovare protezione, dall’igiene e dalle comodità.

Nelle gigantografie sulle pareti sono evidenziati tatuaggi per scarificazione e per infissione, con riferimento a popolazioni africane e differenti tipologie di proteggi glande.

 

Nella Quarta Sala erano allestite 14 Vetrine.

Alla medicina araba, la stessa che era predicata e praticata da Rhazes, Avicenna, Mesuè (nel mondo arabo orientale) e da Abulcasis, Averroes, Maimonide (in quello occidentale, con epicentro Cordova), sono riservate le vetrine 14 e 15

Nella vetrina 16 troviamo la medicina tradizionale del Madagascar. La cultura autoctona malgascia è tipicamente indonesiana, con notevoli influssi arabi. L’arte sanitaria risente di questa situazione. Ampio spazio è riservato alla Preziosoterapia.  

Le vetrine 17 e 18 sono dedicate ad alcuni elementi tradizionali dell’Africa sud-Sahariana. Poiché qui le lingue e i dialetti sono numerosissimi, le pratiche mediche variano enormemente, anche fra gruppi etnici vicini se parlano idiomi diversi.

Parte della vetrina 18 è riservata all’ampio capitolo della Zooterapia:  compaiono modellini e foto di mammiferi, uccelli, rettili, anfibi, pesci, crostacei, insetti, molluschi, echinodermi, celenterati, spugne con didascalie che ne evidenziano gli usi vernacolari e le relative proprietà, reali o presunte, farmacologiche.

Una visione parziale dell’universo etnomedico meso- e sud-americano è possibile attraverso le vetrine 19, 20 e 21. Messico, Guatemala, Brasile, Perù, Bolivia nelle loro tradizioni terapeutiche vi trovano spazio. Parte di una vetrina è riservata al tabacco e allo strumentario per fumarlo. 

Nella vetrina 21 compaiono alcuni elementi della medicina tradizionale dell’Oceania. 

Gli Indiani che vivono negli Stati Uniti d’America praticavano una particolare medicina empirica, sintetizzata nella vetrina 22.  È qui rappresentato il “Culto del Peyote”, movimento terapeutico avente come principale obiettivo l’alcoolismo (Indiani degli Stati Uniti e del Canada a est delle Montagne Rocciose). 

Anche la medicina popolare europea trova asilo nella medesima vetrina.

Realizzazioni italiane nello sviluppo dell’etnomedicina.  Ampio spazio è dedicato alle attività di A. Scarpa e dell’Istituto Italiano di Etnomedicina.

Numerosi gli studi in questi ultimi tempi a essa dedicati, specialmente attraverso indagini etnofarmacognostiche. 

Ancora tematica è la vetrina 23. L’Etnopuericoltura, l’Ostetricia, la Veste

Alle pareti di quest’ultima sala, che peraltro – localizzandosi nel sottotetto mansardato, con capriata e struttura lignea connessa in vista – fornisce un suggestivo colpo d’occhio, vengono documentati con fotografie originali (e materiale filmico d’archivio), cinque casi di lactatio agravidica, non comune fenomeno studiato da A. Scarpa. 

Con riferimento all’etnopuericoltura vengono esposte 6 cartine geografiche dell’Italia relative ad alcune consuetudini sul tema: -zone in cui il bambino viene portato sull’anca a gambe divaricate; -zone ove si usa il papavero contro l’insonnia e l’irrequietezza del lattante; -la diffusione della placentofagìa allo scopo di favorire e aumentare la secrezione lattea nella puerpera; -il puerperio del marito; -zone ove il cordone ombelicale si taglia a placenta uscita; –la diffusione della paura della luce

Un altro interessante erbario messicano contiene 49 piante, nelle confezioni originali, acquistati al mercato di Tolula dallo Scarpa. Oltre al nome vernacolare e quello scientifico (laddove è stata possibile la classificazione), vengono riportati gli usi terapeutici.

Completano la Collezione nelle vetrine 24, 25 e 26 alcuni ex voto di carta cinesi rappresentanti beni terreni che vengono bruciati durante le esequie e che il defunto troverà nell’aldilà trasformati in oggetti reali: il ponte dell’aldilà, una villa con giardino, un’automobile

Infine nella vetrina 27 alcuni degli animali maggiormente utilizzati nelle pratiche relative alla zooterapia nelle medicine tradizionali.