Medicina tradizionale tibetano-mongolica

Estratto dal volume di Antonio Scarpa  “Itinerario per la visita al Museo di Etnomedicina – Collezioni Antonio Scarpa“, Erga edizioni, Genova, 1994.

Il “paese delle piante medicinali”, come é chiamato il Tibet e la Mongolia, costituiva, prima dell’invasione cinese, l’immenso territorio di diffusione della chiesa tibetana buddhista e della sua medicina.
Nella medicina mongolo-tibetana distinguiamo una parte popolare in cui predomina lo sciamanismo ed una monastica, dato che quasi tutti i monasteri lamaisti sono anche centri di studi medici con ospedali, farmacie, biblioteche e tavole anatomo-fisiologiche.
Sotto il segno di Jivaka, il medico di Buddha, il “tre volte re dei medici”, fornisce un insegnamento teorico-pratico di una medicina “olistica” o psicosomatica in quanto non separa il corpo dalla mente.
E’ il “Buddha medico” che protegge contro le malattie: con la mano destra tiene la “Grande medicina” che è la pianta fiorita del Mirabalana (Prunus Myrabalana) mentre con la sinistra regge un recipiente pieno di “nettare di lunga vita”.
Nella tradizione tibetana i Buddha della medicina sono in numero di nove.
L’origine della vita, secondo la medicina tibetana, é data dalla Terra, Acqua, Fuoco e Aria, in comune con la medicina greco-araba e indiana ; in più ha lo Spazio.
Con la cinese ha in comune Terra, Acqua e Fuoco. Il corpo umano é costitutito da sette elementi (zung) : ossa, carne, grassi, sangue, midollo, il “chilo” (processi nutritivi) e lo sperma.
La causa generale delle malattie sta nella legge del Karma cioè il susseguirsi delle esistenze, legato alla dottrina delle reincarnazioni, di origine indiana. Determinate azioni compiute nelle vite passate si ripercuotono nella presente, anche con la predisposizione a determinate malattie.
Altre cause di infermità sono l’odio, l’avidità e l’illusione, che rompono l’equilibrio tra Terra, Acqua, Fuoco e Aria. L’origine delle malattie è sostanzialmente emotiva e psicologica.
La diagnosi il medico tradizionalista tibetano la fa principalmente con la palpazione del polso, come nella medicina cinese. Molta importanza ha l’uroscopia per rilevare nove diverse sue proprietà tra cui il sapore. Durante queste operazioni il medico intrattiene con un lungo colloquio il paziente non solo sul male che l’affligge, ma anche su altri argomenti che potrebbero influire sulla manifestazione morbosa in atto.
La terapia inizia con una dieta alimentare appropriata diretta, come nell’Ayurveda, a influire sui vari “umori” perché si riprenda l’equilibrio interrotto. Abbiamo, poi, i trattamenti farmacologici veri e propri a base di piante, di derivati animali e di minerali, in modo particolare le pietre preziose, con cui si confezionano pillole, per un complesso di circa 2000 rimedi preparati con procedimenti ancestrali.
Vi è poi la terapia esterna : massaggi, clisteri, salassi, la moxa, l’agopuntura praticata con aghi d’oro e d’argento, bagni con erbe aromatiche e medicinali.
Ai Lama è fatto divieto di esercitare la chirurgia.
Particolare attenzione viene posta al comportamento dell’ammalato.
Vi sono inoltre prescrizioni psichiatriche vere e proprie, analisi dei sogni e pratiche di yoga.
Tra le tecniche meditative di guarigione spirituale va ricordato il “tantrismo“, che inizia in un luogo sacro, in una costruzione puramente simbolica, permeata da un’energia particolare, chiamato mandala. Il mandala, di solito, si costruisce con polveri colorate che poi vengono disperse in un corso d’acqua.
Altra complessa pratica meditativa spirituale, per guarire, è quella del “Ciu-len” o del digiuno rituale, cioè vivere senza cibo, con speciali pillole confezionate per questo uso. Un’infinità di meticolose prescrizioni regolano poi la consacrazione delle pillole, la loro conservazione e ingestione.
Oltre che per la sua ricca farmacologia e per le sue tecniche di yoga, la medicina tibetana ha raggiunto caratteristiche proprie anche in virtù delle sue sorgenti termali. L’altipiano tibetano, malgrado l’altitudine e il suo clima freddo, dispone di numerose sorgenti calde, utilizzate in terapia con sorprendenti risultati.”

Bibliografia:
– Birnbaum R., 1980. The Healing Buddha. Ribber, London.
– Masaraki G.L., 1989. Tibet. Magia e Medicina. Ibis Ed., Genova.
– Meyer F., 1987. Bso-ba rig-pa. Le systhème médical tibetaine. 2ème Ed., C.N.R.S., Paris.
– Dash V.B., 1987. Illustrated Materia Medica of Indo-Tibet Medicine. VII, Delhi, pp. 647.
– Rinpoche R., 1976. Tibetan Medicine. Los Angeles University of California Press.
– Schüttler G., 1971. Die betztentibetischen oralkelpriester. F. Steiner Verlag GMBH, Wiesbaden.