Medicina cambogiana

Estratto dal volume di Antonio Scarpa  “Itinerario per la visita al Museo di Etnomedicina – Collezioni Antonio Scarpa“, Erga edizioni, Genova, 1994.

“La Cambogia offre un interesse tutto particolare nello studio etnomedico in quanto la cultura dei suoi abitanti, i Khmer, in origine strettamente imparentata a quella storica della Cina e dell’India, a un certo momento se ne distaccò. Le opere architettoniche della Cambogia vedi le famose rovine di Angkor, sono all’incirca contemporanee all’arte architettonica dell’America centrale (secolo IX e XII) e, mistero perturbante, presentano varie somiglianze singolari : come, in campo etnomedico, la credenza comune che alla Cambogia e all’antico Messico, che certe malattie sono dovute all’influsso malefico delle anime delle donne morte durante la gravidanza o durante il parto, e ritenute impure.
E’ molto probabile che in Cambogia dal IX secolo al XIV, in cui finisce l’arte Khmer, sia fiorita anche una vera e propria Medicina Khmer. Infatti sappiamo, da stele ritrovate tra le rovine di Angkor, che il re Jayavarman VII, salito al trono nel 1181, aveva fondato ben 102 ospedali dislocati nell’intero paese. Accanto a questi ospedali provinciali ve ne erano di più importanti nei grossi centri come ad esempio a Angkor, ed è stata trovata l’ubicazione di quattro di essi alle quattro porte della città di Angkor Thom. Queste istituzioni modello non rispondevano solo a una necessità di ordine medico e sociale, ma avevano anche uno scopo morale e religioso.
In Cambogia, oltre a una diffusissima Medicina Cinese tradizionale, opera una Medicina Vietnamita con propri medici, proprie farmacie e proprie industrie farmaceutiche.
E’ diffuso l’interesse del pubblico colto per i problemi medici e numerosi sono i libri di divulgazione.
Tre sistemi medici vengono esercitati : la medicina occidentale, che dal 1936 ha cominciato a essere la medicina ufficiale ; la sino-vietnamita urbana, che importa il 75% delle droghe dalla Cina, e la medicina vietnamita vera e propria, che si serve di prodotti locali e prospera specie nei centri rurali. Molto diffusa è la conoscenza delle piante medicinali.
In questi Paesi le droghe vegetali della Cina, con habitat sopra il Tropico del Cancro, con clima freddo o temperato, sono state sostituite con piante acclimatate in zone calde e quindi più adatte al “temperamento” degli abitanti che qui vivono, oltre a essere più facilmente reperibili. Caratteristica di queste medicine era la presenza di “templi della medicina” ove venivano onorati i grandi medici del passato, come Tuê-tinh e San Ong, “assistenti dell’ovest” e medici santi e savi o “assistenti dell’est”.
Simile alla medicina cambogiana e vietnamita è la laotiana.”

Bibliografia:
– Coedès, 1941. L’assistence médicale au Cambodge à la fin du XII siècle.
  Révue Médicale Française d’Extrème Orient.
– Huard P., 1963. La médecine Cambodgienne traditionnelle. France-Asie.
– Martin M.A., 1983. Eléments de la médecine traditionnelle Khmère. (Ricca Bibliografia).
  Seksa Khmer, 6, 135-170.
– Pelot A., 1952-54. Les plantes médicinales du Cambodge, du Laos et du Vietnam.
  Arch. Rech. Agric., Saigon, 4 Vols.
– Sassadi K., 1962. Contribution à l’étude de la médecine laotienne. Thèse, A.G.E.M.P., Paris.
– Vidal J., 1963. Médecine populaire et plantes médicinales du Laos.
  Communication à la Société Française d’Homéopathie, 7.
– Vidal J., 1971. Recent French Ethnobotanical Research in Southeast Asia.
  Econ. Botany, 25, 312-316.