Lactatio agravidica

Presso molte popolazioni del mondo quando muore la madre, per lo più in seguito al parto, il neonato viene allattato dalla nonna o altra donna che sia disponibile.
La futura balia viene “preparata” con energici massaggi al seno, attaccando il neonato al capezzolo e grazie all’ingestione di opportune bevande a base di piante galattogene. Con questa pratica si fa venire il latte in quantità sufficiente per nutrire il neonato.

Estratto dal volume di Antonio Scarpa “Itinerario per la visita al Museo di Etnomedicina – Collezioni Antonio Scarpa”, Erga edizioni, Genova, 1994.

“Vengono documentati con fotografie originali e cinepresa cinque casi di lactatio agravidica, non comune fenomeno studiato da Antonio Scarpa : quattro in Guinea-Bissau, nel 1957, durante una sua spedizione etno-medica compiuta con l’appoggio della Società Geografica di Lisbona, e l’altro della Costa d’Avorio (1993)…
Il fenomeno venne chiamato da M. Bartels lactatio serotina (1888) cioé tardiva in quanto fu osservato in vecchie.
Trattandosi, invece, di una lattazione che può verificarsi indipendentemente dall’età e dalla gravidanza, in ogni donna, Antonio Scarpa propose di chiamarla lactatio agravidica, cioé senza gravidanza (1954).
A provocare questa secrezione lattea anomala concorrono vari fattori: genetici, con peculiarità anatomo-fisiologica proprie delle donne di certe etnie, attitudini scomparse o attutite tra popolazioni civilizzate, psichici, alimentari, azioni di droghe galattogene.”

Bibliografia:
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