Etnomedicina delle popolazioni delle zone a clima freddo perenne

Estratto dal volume di Antonio Scarpa  “Itinerario per la visita al Museo di Etnomedicina – Collezioni Antonio Scarpa“, Erga edizioni, Genova, 1994.

“Dato il clima, la terapia a base di piante è ridotta al minimo. Il guaritore ha scarse risorse terapeutiche in senso farmacologico e allora prende le vesti dello sciamano (prete-stregone o angakok), che scaccia le malattie con l’esorcismo. Agli sciamani si attribuiscono anche facoltà divinatorie e miracolose.

Il suo accessorio indispensabile è il tamburo, tondo o ovale, la cui pelle è istoriata da disegni magici, con appesi sonagli e campanelli. Al rumore ritmico dello strumento, egli cade in trance e viene posseduto dallo spirito, che gli dice come curare la malattia. Il mondo è popolato da spiriti buoni o “bianchi” e da spiriti cattivi o “oscuri”, ai quali ultimi bisogna sacrificare un animale: renna, cane o cavallo.

I farmaci del regno animale sono:
– La renna o caribù (Rangifer tarandus L.) che dà le vitamine agli Eschimesi dell’Alaska. Essi conservano, per mangiarlo durante l’inverno, il contenuto dello stomaco di questo animale che uccidono durante l’estate, ricco di vitamine, specie della B.
Contro l’emicrania essi usano stringersi intorno alla fronte una fascia confezionata con la pelle di zampa dell’animale e quando sentono che il loro cuore sta per cessare di battere, mettono un sacco di sabbia sul petto e serrano la fronte con la cintura di pelle di zampa di caribù.
Le ferite sono curate con mezzi rudimentali, ma efficaci. Un pezzetto della sottile membrana che aderisce alla pelle non conciata del caribù serve da benda che sarà tenuta ferma da un filo ricavato dai tendini dell’animale stesso.
Sulle bruciature viene disteso uno strato di olio di foca o di grasso di caribù.
I dolori reumatici vengono curati con massaggi a base di grasso o usando petrolio.
– La lepre (Lepus L.) che gli Eschimesi usano per arrestare la diarrea, chiudendo semplicemente l’ano del paziente con escrementi di lepre.
Anche la foca (Phocidae Gray), l’orso (Ursus maritimus Phipps) e i cetacei (Cetacea Brisson) offrono farmaci agli Eschimesi.

Del regno vegetale sono usati muschi, licheni e funghi, specie allucinogeni per le visioni dello sciamano.
Tra i popoli siberiani la pianta maggiormente usata come farmaco è l’Amanita muscaria (L.) Lam., ma specialmente come droga allucinogena. L’effetto non è determinato dalla muscarina, ma da altre sostanze tra cui l’acido ibotenico, la panterina e il muscazone. Di solito viene consumato un grosso fungo al giorno o due piccoli essiccati all’aria o affumicati. Si usano anche estratti acquosi o in latte.
I Ciukci conservano i funghi seccati in borse di pelle e di tanto in tanto ne mettono in bocca un pezzetto senza inghiottirlo.
I Siberiani, avendo notato che le orine del drogato hanno le stesse proprietà inebrianti del fungo, quando questo è esaurito bevono le proprie urine e per questo uso viene utilizzato un apposito recipiente di ferro bianco. L’operazione può essere ripetuta più volte, ma l’efficacia diminuisce nei successivi passaggi. Gli effetti della droga cominciano a farsi sentire entro 1-2 ore dall’indigestione e il soggetto ha l’impressione di felicità e di benessere fisico, poi cominciano le allucinazioni.
I Lapponi curano la stitichezza con grasso e semolino, il mal di gola con un ranocchio tagliato a fettine o con trementina e orina.”

Bibliografia:
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