Coreoterapia
Con questo termine vengono indicati riti terapeutici basati sulla danza, sul movimento, sul ritmo; è pertanto in stretto rapporto con la meloterapia.
Lo scopo è di allontanare le cause della malattia (agenti naturali o soprannaturali). Spesso all’atto squisitamente simbolico si accompagnano reali effetti organici dovuti alla contemporanea somministrazione di droghe e all’azione del movimento, degli effetti scenici (suoni, colori, odori), dei riflessi semplici o condizionati.
A. Scarpa ebbe l’opportunità di assistere e registrare una cerimonia curativa presso i Vezo del Madagascar (Spedizione Etnomedica “Antonio Scarpa”, 1962).
Rangda
Maschere rituali della regina delle streghe
Isola di Bali (1963)
Altezza cm 130
Nell’Isola di Bali la maschera di Rangda, la regina delle streghe, interviene nelle rappresentazioni propiziatorie in contrapposizione al Drago Barong.
Si ritiene che Rangda sia causa di epidemie, dolori, avversità fisiche, psichiche, sociali e climatiche.
Bulto mágico
Messico (1960)
Vegetali, cera, piume
Continua
Dopo un complesso rituale, il terapeuta prende a paia i funghi allucinogeni, finché incomincia ad avere visioni di immagini, per lo più colorate, che attibuisce ad esseri soprannaturali, che gli indicano la natura del male di cui è affetto il paziente ed il modo di curarlo.
Durante lo stato allucinogeno il terapeuta (spesso si tratta di una donna) canta, variando spesso il ritmo, strofette in lingua mazateca (apparentemente) senza senso comune e connessione.
I funghi allucinogeni entravano largamente negli antichi riti dei Maya. Da essi, come è noto, vennero recentemente estratti due alcaloidi, la psilocibina e la psilocina, che per le loro proprietà sono stati sperimentati nel trattamento delle nevrosi ansiose, delle nevrosi ipocondriache d’allarme e delle forme di ossessione e di isterismo.
Bibliografia:
– Scarpa A., 1962. Presentazione del “Bulto Magico” (sacchetto magico) Messicano e di una registrazione fonografica del rito.
In : Scarpa A., Miscellanea Etnoiatrica, Studi e Testi, 7, Istituto di Storia della Medicina, Università degli Studi di Milano.
– Wasson V.P. e R.G., s.d. Mushroom Ceremony of the Mazatec Indians of Mexico.
Folkways Records and Service Corporation, NYC, USA, FR 8975.
Drago Barong
Bali (1981)
Legno policromo
Le spoglie del drago Barong, nelle rappresentazioni propiziatorie, vengono animate da due uomini, di cui uno sostiene la testa e la parte anteriore dell’animale mentre l’altro ne sorregge il treno posteriore.
Occore un’arte tutta particolare per manovrare Barong e quando esso diviene ” tenget” (pieno di potenza magica), i due danzatori che lo incarnano ricevono una benedizione speciale.
Spesso, in occasione di epidemie, anzichè procedere alla rappresentazioe di tutta la danza con tutti i personaggi, si fa uscire dal tempio il solo Barong, che percorre le strade di tutto il paese.
(Nel 1998 questo oggetto venne trafugato dal Museo e pertanto sostituito con un altro esemplare.)
Tam-tam del Basso Congo
Tam-tam in legno ricavato da un tronco, svuotato del suo interno
Basso Congo (1974)
Legno
Strumento a percussione usato nelle cerimonie curative del Basso Congo.
Nella sommità è presente una fenditura, mentre ai lati vi sono i due appigli ai quali è stata applicata una tracolla ricavata da una corteccia.
Feticcio legato
Statuetta antropomorfa legata
Benin (1979)
Legno, fibre vegetali, corda, piume…
Scarpa riferisce che questo feticcio, appartenuto a uno stregone, rappresenta uno spirito del male. Avvolto di piume e sostanze “magiche”, è tenuto fortemente legato per impedirgli di nuocere.
Questi feticci vengono branditi dal medico-stregone e roteati per aria, lanciati lontano, calpestati, battuti durante la danza curativa, con accompagnamento di grida, preghiere, scongiuri, parole arcane…
Campanelle bitonali
Africa Occidentale (1979)
Metallo
Campanelle bitonali accoppiate di varie fogge.
Servono nei riti “medico-magici” per richiamare gli spiriti.
Velho negro, Vehla negra, Caboclo
Brasile (1961)
Ceramica
Le tre statuette, un tempo scolpite nel legno, raffigurano entità sempre presenti in ogni rito afro-brasiliano.
Si trovano anche nelle case dei meticci come divinità propiziatorie.
Esse rappresentano gli spiriti dei defunti.
Candela con teschio di cera nera
Brasile (1961 )
Candela con teschio usata nei riti afro-brasiliani.
Coppe rituali
Brasile (1961)
Noce di cocco
Le coppe vengono usate per contenere i liquidi medicamentosi necessari per le pratiche e i bagni rituali dei riti afro-brasiliani.
Modellino di maschera boliviana
Bolivia (1975)
A. Scarpa riferisce:
“Le popolazioni dell’America Latina, in ricorrenze varie, organizzano danze mascherate che si riferiscono ad avvenimenti della loro storia passata, oppure sono d’esorcizzazione per difendersi contro epidemie e pericoli.
Una danza profilattica dei Callahuaya della Bolivia, ora scomparsa, era quella del “danzatore”. In esso venivano trasferiti tutti i malanni fisici e morali del gruppo che organizzava le danze, e che così ne veniva liberato per un anno, mentre il “danzatore”, vittima propiziatoria, doveva ballare e ballare per 5 giorni interi fino alla morte. Al suo apparire tutti gli si serravano attorno raccontandogli le proprie pene e colmandolo di mille attenzioni, le donne offrendogli perfino la propria verginità. Con la morte del “danzatore”, gli Indios si liberavano di tutte le loro calamità (pestilenze, morti, guerra e fame) che avevano trasferito nella sua persona (Otero).
I Callahuaya, etnia di guaritori, affermano che la musica fa parte dei loro metodi di cura. Essi sostengono che il ritmo delle huancaras (specie di tamburi percossi da una mazza a forma di bambola) e dei pinguillos (specie di strumento a fiato) allontana gli spiriti che provocano i mali fisici.
Nelle festività la musica agirebbe come profilassi collettiva.
Altro strumento musicale primitivo molto importante specie per gli Aymarà, è il siku, o flauto di Pan, formato di canne di diverse grandezze.”
Maschera di spirito
Maschera di legno con naso adunco
Papua Nuova Guinea (1987)
Legno bicolore
Riproduzione di una maschera proveniente dal villaggio di Maramba (Papua Nuova Guinea) che viene portata in cerimonie rituali.