MUSEO DI ETNOMEDICINA ANTONIO SCARPA

 

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ANTONIO SCARPA

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IL MUSEO DI ETNOMEDICINA ANTONIO SCARPA

Cosa è l’Etnomedicina?

L’Etnomedicina studia i sistemi di cura tradizionali delle popolazioni umane del presente e del passato, ne osserva e descrive le pratiche igieniche, preventive e curative.

Da sempre l’uomo per curarsi ha attinto i rimedi del suo habitat, impiegando principi provenienti dai tre regni della natura e adottando differenti strategie terapeutiche in funzione della propria cultura e struttura sociale, nonché delle caratteristiche climatiche, geologiche, fito geografiche e faunistiche.

Antonio Scarpa medico e viaggiatore del Novecento fu il primo etnomedico. Il Museo che prende il suo nome possiede una collezione unica – e non soltanto nel panorama museale europeo – di oltre 2000 oggetti (strumenti, rimedi, testi, apparati, ecc.), provenienti da oltre 100 gruppi umani, legati alle diverse tradizioni mediche del mondo.

Ciascun oggetto porta con sé una storia complessa, una fitta tela di rimandi antropologici, fisiologici, anatomici, linguistici e culturali che lo legano in modo indissolubile alla cultura e alla storia particolari da cui proviene; altri ancora hanno rivelato proprietà terapeutiche talmente efficaci da poter essere considerate come vero e proprio patrimonio dell’umanità.

L’approccio del Museo alle medicine tradizionali dei popoli comporta una lettura di grande attualità dei problemi sanitari, antropologici, sociali ed ecologici legati alla salute, al benessere e all’ambiente – gli stessi che, in questi anni, suscitano grande interesse sia nel pubblico in generale che sotto il profilo istituzionale.

Gli scopi del Museo possono essere così sintetizzati:

Conservativi – Nei luoghi di origine degli oggetti, spesso economicamente devastati, non ha ancora potuto realizzarsi una vera opera di conservazione; il Museo di tali “culture altre” è stato finora possibile solo dentro la nostra cultura.

Culturali –  Nelle manifestazioni, nei riti e nelle   credenze (religiose, filosofiche e terapeutiche) delle altre genti possiamo trovare tracce originarie del nostro sapere importanti per la nostra stessa cultura.

Scientifici –  Il confronto fra diversi metodi di intervento è, già di per sé, una prassi scientifica, e non delle meno importanti.

Formativi –  La conoscenza dei metodi (dei loro limiti come dei loro punti di forza) costituisce l’aspetto primario della formazione.

Divulgativi –  Non c’è migliore risposta alla propria curiosità che quella di porsi in contatto con gli oggetti e le prassi reali.

 

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